HUMAN AND ORGANIZATIONAL PERFORMANCE (H.O.P.): SICUREZZA SUL LAVORO E FATTORE UMANO.
La Human and Organizational Performance (H.O.P.) è una nuova modalità di concepire la sicurezza, che, dal settore aeronautico in cui si è evoluta è approdata, ed è tuttora applicata, a diverse realtà industriali.
A cura di Federica Di Trapani e Martina Malaguti
[Consultants – Area Sicurezza Occupazionale]

La “Human and Organizational Performance” (HOP) è un framework recente su cui si basa l’approccio “Safety II” del Professor Erik Hollnagel e teoria della ricerca pre-infortunistica del Professor Todd Conklin, che descrive le forme di interazione e le interdipendenze tra esseri umani e organizzazione del lavoro.
La HOP è una nuova modalità di concepire la sicurezza, che, dal settore aeronautico in cui si è evoluta è approdata, ed è tuttora applicata, a diverse realtà industriali.
L’obiettivo principale di questa nuovo approccio è quello di usare le scienze sociali al fine di progettare “sistemi sicurezza” più resilienti, in grado di mitigare gli effetti negativi degli errori, puntando sull’auto-consapevolezza del lavoratore per superare i limiti della concezione tradizionale di sicurezza come mera applicazione prescrittiva.
Se vuoi saperne di più, continua a leggere.
I PRINCIPI DELLA HUMAN AND ORGANIZATIONAL PERFORMANCE.
I principi base del metodo HOP sono:
- “Persone” ovvero i “lavoratori” commettono errori e/o infrangono le regole
- Situazioni in cui possono verificarsi gli errori sono prevedibili, gestibili e prevenibili
- Azioni umane sono influenzate dal contesto nelle quali si svolgono; la condizione in cui un lavoratore opera è preesistente, ed è composta da sistemi, processi, procedure, valori. Quando gli eventi sbagliati si allineano perfettamente per creare vuoti nelle barriere di prevenzione, mitigazione e protezione, le “condizioni latenti” divengono manifeste e danno luogo all’errore, o all’incidente
- Deviazioni operative, ovvero gli errori e gli incidenti, possono essere evitate attraverso l’interpretazione e l’analisi degli stessi
- Risposta al fallimento, all’errore conta: le modalità con cui vengono create le regole e/o trattate le persone producono performance differenti.
La metodologia HOP parte dall’assunto che gli errori sono parte della condizione umana, e le azioni e i comportamenti adottati dai lavoratori sono inevitabilmente influenzati dal contesto in cui si trovano ad operare.
Promuovere comportamenti sicuri sul luogo di lavoro, rappresenta una parte critica della gestione della salute e della sicurezza, perché, di fatto, è proprio il “comportamento” che trasforma in realtà, attuandoli, sistemi e procedure. Ma questo può avere successo solo in contesti che non presentino condizioni di “errori latenti” i quali, prima o poi, potrebbero mandare in crisi il “sistema sicurezza”.
Il Fattore Umano riveste infatti un ruolo fondamentale nella diffusione e nel consolidamento della cultura della sicurezza a livello aziendale. Sono infatti sempre più le “persone” ovvero i “lavoratori” ad avere un ruolo fondamentale nella promozione e consolidamento della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il lavoratore è la “soluzione” all’errore umano.
L’approccio all’errore è quindi del tutto innovativo, abbandonando la cultura della colpa per passare a quella dell’analisi: l’errore deve infatti essere visto come elemento da cui parte il miglioramento e non come evento da punire e reprimere.
L’errore va discusso, analizzato al fine di individuare la “root cause”, la causa d’origine, e trovare soluzioni che ne impediscano il ripetersi; il reporting dell’errore va quindi sempre incoraggiato.
La risposta all’errore implica un cambio di passo nell’approccio alla sicurezza, come mostrato dal confronto di seguito riportato (Sidney Dekker, The Field Guide to Human Error Investigations, Ashgate Pub Ltd , 2012.: l’evoluzione delle credenze sugli errori umani)
Approccio reattivo (Safety I) | Approccio pro-attivo (Safety II) – HOP |
Chi è causa dell’infortunio? | Cos’è causa dell’infortunio? |
Gli errori umani ed incidenti non vengono comunicati per paura di condanne e ripercussioni. | Gli errori e gli incidenti si comunicano apertamente senza temere ripercussioni (senza colpe) |
La dicitura “errore umano” è accettata come conclusione per un’analisi infortunio/incidente. | L’errore umano è solo il punto di partenza per un’analisi più approfondita. |
Nella metodologia HOP il processo di analisi e modifica dei processi aziendali è un processo bottom-up, che parte dal basso da chi quotidianamente vive il campo ed esegue le attività, per arrivare in alto a chi i processi li gestisce.
La comunicazione è infatti imperativa per la HOP e cruciale per il suo successo. L’ascolto attivo e l’apprendimento continuo (tra lavoratori e tra lavoratori e management) sono necessari per comprendere l’origine di errori e incidenti, imparare da essi e perseguire il miglioramento delle performance di sicurezza aziendali.
La comunicazione bottom-up e l’apprendimento operativo per di più contribuiscono ad aumentare la fiducia da parte dei lavoratori nei confronti dell’organizzazione.
È importante comprendere che la HOP non è un programma, ma un processo di miglioramento che migliora nel tempo man mano che cresce la fiducia nell’organizzazione.
I BENEFICI DELLA HOP.
Riassumendo l’implementazione della HOP consente di avere come principali benefici:
- Ridurre la mentalità di colpevolezza in seguito al verificarsi dell’errore (evento infortunistico o incidente)
- Riconoscere che l’errore è il naturale riflesso di un malfunzionamento del sistema organizzativo
- Aumentare la partecipazione del management e dei lavoratori, e il dialogo cooperativo tra essi, aiutando le organizzazioni a imparare dalle esperienze accadute
- Incrementare la fiducia dei dipendenti nell’organizzazione, creando un ambiente di lavoro più positivo e sicuro
- Migliorare l’efficacia dei controlli effettuati e della conoscenza dei rischi che possono presentarsi in azienda
- Migliorare significativamente le prestazioni umane, ridurre gli errori e aumentare la sicurezza e l’efficienza complessive dell’organizzazione.
Tra le azioni principali che possono essere implementate nel perimetro applicativo della metodologia HOP possiamo ritrovare:
- Osservazione dei luoghi di lavoro e dei comportamenti (safety walk and observation process)
- Analisi del contesto e della gestione organizzativa (Safety management culture)
- Indagine su eventi e lezioni apprese (Root cause analysis and lessons learned)
- Coinvolgimento diretto del personale (Empowerment and feedback system, safety meetings con momenti di confronto)
- Valutare problemi di comunicazione, segnalazione e azioni correttive (Near miss reporting system)
- Sviluppo e reingegnerizzazione di sistemi e processi (process for safety and business)
- Simulazioni e addestramento (fit for job process)
- Leadership e gestione del comportamento (behavioural based safety process)
I TOOLS APPLICATIVI.
Tali azioni possono essere messe in atto attraverso l’utilizzo di tools applicativi, che coinvolgono sia il management che i lavoratori; di seguito ne vengono riportati alcuni esempi suddivisi per ambito:
- Tecniche di prevenzione degli errori:
Azioni di auto-verifica: i lavoratori esaminano in modo indipendente il proprio lavoro per individuare eventuali errori prima di procedere (autovalutazione del rischio).
Verifica indipendente: una seconda persona (collega o superiore) esamina il lavoro della prima, fornendo un ulteriore livello di sicurezza.
Verifica simultanea: due o più persone eseguono lo stesso compito contemporaneamente e confrontano i risultati.
Controllo tra pari: i membri di uno stesso team esaminano reciprocamente il lavoro per individuare eventuali errori e forniscono feedback a vicenda.
Comunicazione a tre vie: un processo di comunicazione chiaro e conciso che coinvolge tre individui per garantire che le informazioni vengano trasmesse in modo accurato.
Utilizzo e aderenza alle procedure: seguire costantemente procedure e protocolli stabiliti per ridurre al minimo il rischio di errori.
Regola dei due minuti: se si verifica un problema o una preoccupazione, interrompere il lavoro per due minuti per risolverlo prima di continuare.
Discussioni pre-lavoro: i membri di un team discutono potenziali pericoli e sfide prima di iniziare un compito.
“Stop when Unsure” e atteggiamento interrogativo: incoraggiare i dipendenti a interrompere il lavoro e chiedere chiarimenti se non sono sicuri di un aspetto del compito.
2. Analisi e apprendimento dagli incidenti:
“Root cause analysis” o Analisi delle cause principali: investigare gli incidenti per identificare i fattori sottostanti che hanno contribuito all’errore, anziché concentrarsi esclusivamente sulla colpa individuale.
Indagini sugli incidenti: condurre indagini approfondite sugli incidenti per comprendere le circostanze e prevenire futuri eventi.
Revisioni post-azione: condurre una revisione strutturata di un evento, sia esso riuscito con esito positivo o meno, per imparare dall’esperienza e identificare aree di miglioramento.
3. Implementazione della comunicazione e del lavoro di squadra:
Crew Resource Management (CRM): un insieme di principi e tecniche per una comunicazione efficace e il lavoro di squadra in ambienti ad alto rischio.
Consapevolezza della situazione: formare i dipendenti a essere consapevoli dell’ambiente circostante e dello stato dei membri del loro team.
4. Creazione della “cultura aziendale della sicurezza”:
Valutazioni della cultura della sicurezza: valutazione della cultura della sicurezza all’interno di un’organizzazione per identificare aree di miglioramento e strumenti da utilizzare per la diffusione della stessa a tutti i livelli dell’organizzazione.
Osservazioni sulla sicurezza: conduzione di osservazioni regolari sulla sicurezza per identificare potenziali pericoli e comportamenti non sicuri.
Comitati per la sicurezza: istituzione di comitati per la sicurezza per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza e promuovere la cultura aziendale della sicurezza.
5. Altri strumenti:
Ingegnerizzazione dei fattori umani: applicazione dei principi della psicologia e del comportamento umano nella progettazione di sistemi di lavoro.
Ergonomia: progettazione di spazi di lavoro e attrezzature adatti alle esigenze del corpo umano.
“Fatigue Management” o Gestione della fatica: implementazione di strategie per gestire la fatica dei dipendenti e ridurre il rischio di errori.