SICUREZZA SUL LAVORO: GERMANIA-ITALIA A CONFRONTO.
La sicurezza sul lavoro tedesca è un modello da seguire. In cosa dobbiamo migliorare in Italia?
A cura di Giulia Badini
[Consultant Formazione – Area Sicurezza Occupazionale]

La sicurezza sul lavoro è un tema cruciale per il benessere dei lavoratori e per l’efficienza delle aziende. La Germania è considerata un modello di riferimento per la sicurezza sul lavoro grazie alla sua legislazione avanzata e alle buone pratiche adottate. Alcuni aspetti della politica tedesca sulla sicurezza sul lavoro si differenziano dalle pratiche. Da un’analisi di queste differenze possiamo individuare strategie per migliorare la situazione della sicurezza sul lavoro in Italia.
In Germania, la sicurezza sul lavoro è gestita da una rete di “Berufsgenossenschaften“ (BG), associazioni di categoria che fungono da enti assicurativi obbligatori. Queste organizzazioni non solo gestiscono le assicurazioni contro gli infortuni, ma offrono anche formazione e consulenza alle aziende per migliorare la sicurezza. Questo approccio integrato consente un controllo più capillare e una consulenza specializzata costante.
In Italia, l’attività di vigilanza e controllo è svolta principalmente dalle A.S.L., tramite gli uffici di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, e dalle Direzioni Territoriali del Lavoro, tramite il Servizio Ispezioni del Lavoro-Vigilanza Tecnica. Vi è poi l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) che svolge un’azione di tutela del lavoratore contro i danni fisici derivanti da infortuni causati dall’attività lavorativa e malattie professionali e gestisce le statistiche.
La Germania promuove fortemente la formazione continua in materia di sicurezza sul lavoro, rendendola obbligatoria. I datori di lavoro devono garantire che i dipendenti ricevano aggiornamenti regolari sulla sicurezza, assicurando così che siano sempre consapevoli dei rischi e delle migliori pratiche. In Italia, sebbene la formazione sia obbligatoria, l’enfasi sulla formazione continua non è altrettanto forte e sistematica. Questo porta a una preparazione insufficiente dei lavoratori nel fronteggiare i rischi emergenti e a un mancato aggiornamento sulle nuove normative e tecnologie.

In Germania, la cultura della sicurezza è molto radicata e la prevenzione viene vista come parte integrante della gestione aziendale. Le aziende tedesche sono proattive nel prevenire i rischi piuttosto che reagire agli incidenti. Questo approccio deriva da un forte impegno delle aziende e dei lavoratori verso la sicurezza. In Italia, c’è una crescente attenzione verso la cultura della sicurezza, ma è ancora percepita più come un obbligo normativo che come un valore integrale. Questo limita l’efficacia delle misure di sicurezza, poiché la loro implementazione è vista più come un dovere che come una priorità strategica.
In Germania, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Sicherheitsbeauftragte) giocano un ruolo significativo e sono coinvolti attivamente nella pianificazione e nell’attuazione delle misure di sicurezza. Questo coinvolgimento attivo garantisce che le preoccupazioni dei lavoratori siano ascoltate e affrontate in modo tempestivo. In Italia, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) sono previsti per legge, ma il loro coinvolgimento è solo di tipo consultivo e spesso senza un coinvolgimento attivo e strutturato da parte del datore di lavoro.
COME POSSIAMO INTERVENIRE IN ITALIA?
In Italia possiamo partire intervenendo dalla cultura della sicurezza, iniziando dall’educazione. Inserire la sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici e universitari può sensibilizzare i futuri lavoratori e manager fin da giovani. La formazione continua per i lavoratori, con corsi di aggiornamento periodici obbligatori, assicura che tutti i dipendenti siano sempre consapevoli dei rischi e delle migliori pratiche. È cruciale offrire corsi specifici per dirigenti e responsabili della sicurezza per garantire che abbiano le competenze necessarie per gestire e promuovere la sicurezza sul lavoro. Lanciare campagne mediatiche su scala nazionale può aumentare la consapevolezza sull’importanza della sicurezza sul lavoro. Queste campagne devono essere mirate non solo ai lavoratori, ma anche ai datori di lavoro e al pubblico in generale, per promuovere una cultura della sicurezza condivisa. La promozione di buone pratiche attraverso conferenze, seminari, webinar e pubblicazioni può aiutare a diffondere le migliori strategie e soluzioni per migliorare la sicurezza sul lavoro.

Coinvolgere attivamente i lavoratori nella valutazione dei rischi e nella definizione delle misure di sicurezza è fondamentale. I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) devono essere adeguatamente formati e coinvolti nelle decisioni aziendali sulla sicurezza. Un maggiore coinvolgimento dei lavoratori può migliorare la comunicazione e l’implementazione delle misure di sicurezza, rendendo l’ambiente di lavoro più sicuro e collaborativo.
È essenziale che le leggi e le normative siano sempre aggiornate e in linea con le migliori pratiche internazionali. Aumentare la frequenza e l’efficacia dei controlli da parte degli enti preposti, come l’INAIL e l’ispettorato del lavoro, garantisce che le aziende rispettino le normative. Applicare sanzioni adeguate e proporzionate per le aziende che non rispettano le normative sulla sicurezza può fungere da deterrente e incentivare il rispetto delle leggi.
Investire in tecnologia e innovazione è cruciale per migliorare la sicurezza sul lavoro. Promuovere l’adozione di tecnologie avanzate come dispositivi di protezione individuale (DPI) intelligenti, sensori e sistemi di monitoraggio automatico può rendere i luoghi di lavoro più sicuri. La digitalizzazione dei processi di sicurezza può semplificare la gestione della sicurezza e rendere più efficace la comunicazione delle norme e delle buone pratiche. I dirigenti devono dimostrare un forte impegno verso la sicurezza sul lavoro, integrando la sicurezza nei valori e nella missione aziendale. Implementare sistemi di gestione della sicurezza, come l’ISO 45001, che promuovono il miglioramento continuo e la revisione periodica delle pratiche di sicurezza, può standardizzare e migliorare le pratiche di sicurezza sul lavoro. Le aziende devono valutare e migliorare continuamente le proprie strategie di sicurezza per adattarsi ai cambiamenti e alle nuove sfide. Favorire la collaborazione tra governo, enti di vigilanza, associazioni di categoria e sindacati per sviluppare strategie comuni e condividere risorse è fondamentale. Le partnership con consulenti ed esperti di sicurezza possono migliorare le pratiche aziendali e implementare soluzioni innovative. La cooperazione tra tutti gli attori coinvolti può creare un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile.
Istituire premi e riconoscimenti per le aziende e i lavoratori che si distinguono per le loro pratiche di sicurezza può incentivare un maggiore impegno verso la sicurezza sul lavoro. Promuovere l’adozione di certificazioni di sicurezza che riconoscano l’impegno e le performance delle aziende in questo ambito può standardizzare le pratiche di sicurezza e premiare le eccellenze. Migliorare la raccolta e l’analisi dei dati sugli infortuni e le malattie professionali per identificare trend e aree di miglioramento è essenziale. Utilizzare i feedback dei lavoratori e dei controllori per migliorare continuamente le pratiche di sicurezza può garantire un ambiente di lavoro sempre più sicuro. Monitorare e valutare costantemente le strategie di sicurezza permette di adattarsi ai cambiamenti e di implementare soluzioni efficaci.
Possiamo pertanto, sostenere che la promozione di una cultura della sicurezza aziendale può, anzi, dovrebbe essere coerente e il più possibile in linea con una cultura organizzativa e istituzionale.
PERCHÉ NON RIUSCIAMO A FAR SCENDERE IL NUMERO DEGLI INFORTUNI?
Nonostante gli sforzi per migliorare la sicurezza sul lavoro in Italia, l’andamento degli infortuni continua a rappresentare una sfida significativa. Diverse ipotesi sono state formulate per spiegare i fattori che incidono sugli infortuni, basandosi su ricerche fatte sul web. Due aspetti emergono in modo particolare: la crescente consapevolezza sulla denuncia degli infortuni e la struttura demografica del mercato del lavoro. Analizzare questi elementi è cruciale per comprendere come migliorare la sicurezza sul lavoro in Italia.

Negli ultimi anni, è aumentata la consapevolezza sull’importanza della denuncia degli infortuni sul lavoro. In particolare, nel Sud Italia, si è registrato un notevole incremento delle denunce, attribuibile a una maggiore sensibilizzazione e consapevolezza dei lavoratori. Questo cambiamento culturale è positivo, poiché la denuncia tempestiva degli infortuni permette di intervenire più rapidamente e di adottare misure preventive più efficaci. Tuttavia, un aumento delle denunce può inizialmente dare l’impressione di un incremento degli infortuni, anche se in realtà riflette una maggiore trasparenza e attenzione verso la sicurezza. Un altro fattore significativo è la struttura demografica del mercato del lavoro in Italia. Con una popolazione lavorativa sempre più anziana, aumenta l’esposizione a fattori di rischio legati all’età. I lavoratori più anziani possono essere più vulnerabili a certi tipi di infortuni a causa del declino fisico naturale e della prolungata esposizione ai rischi professionali. Questo elemento demografico richiede strategie specifiche per garantire la sicurezza di questa fascia di età, come la personalizzazione delle misure di sicurezza e la promozione di una formazione continua adattata alle loro esigenze. La sfida principale è trovare un equilibrio tra il bisogno prestazionale delle aziende e la sicurezza sul lavoro.
Le seguenti strategie potrebbero aiutare a raggiungere questo obiettivo:
- Formazione e Sensibilizzazione Continua: Investire in programmi di formazione continua che aggiornino costantemente i lavoratori sulle migliori pratiche di sicurezza e sulle nuove tecnologie disponibili. Questo può migliorare la consapevolezza e la capacità di prevenire gli infortuni.
- Politiche di Lavoro Flessibile: Implementare politiche che permettano una maggiore flessibilità lavorativa, adattando le mansioni e gli orari di lavoro alle capacità fisiche dei lavoratori più anziani.
- Tecnologie Avanzate: Utilizzare tecnologie avanzate per monitorare le condizioni di lavoro e prevenire i rischi. Sensori e dispositivi di protezione individuale intelligenti possono fornire dati in tempo reale per intervenire tempestivamente.
- Coinvolgimento dei Lavoratori: Promuovere una cultura aziendale che coinvolga attivamente i lavoratori nella definizione e nell’attuazione delle misure di sicurezza. I lavoratori che si sentono parte del processo decisionale sono più propensi a rispettare le normative di sicurezza.
- Valutazione e Miglioramento Continuo: Implementare sistemi di gestione della sicurezza che promuovano la valutazione e il miglioramento continuo delle pratiche di sicurezza. Questo può includere audit regolari, feedback dai lavoratori e analisi dei dati sugli infortuni.
Per ridurre efficacemente l’andamento infortunistico in Italia, è essenziale comprendere e affrontare i fattori che contribuiscono agli infortuni. La crescente consapevolezza sulla denuncia degli infortuni e la struttura demografica del mercato del lavoro sono elementi chiave che richiedono un’attenzione particolare. Trovare il modo di coniugare le esigenze prestazionali delle aziende con la sicurezza sul lavoro richiede un approccio integrato che coinvolga formazione continua, politiche flessibili, tecnologie avanzate e una cultura aziendale inclusiva. Solo attraverso un impegno concertato è possibile creare un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile.

ALCUNE DOMANDE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO.
Abbiamo dei dati sugli infortuni mortali per dimensione aziendale?
Secondo i dati di INAIL:
- Piccole imprese (meno di 15 dipendenti) hanno registrato un numero considerevole di infortuni mortali, riflettendo la loro prevalenza nel tessuto produttivo italiano.
- Medie imprese (15-50 dipendenti) hanno avuto un numero leggermente inferiore di casi rispetto alle piccole imprese, ma comunque significativo.
- Grandi imprese (oltre 50 dipendenti) tendono ad avere un numero minore di infortuni mortali rispetto alle piccole e medie imprese, probabilmente a causa di migliori pratiche di sicurezza e risorse più ampie per la prevenzione.
- 2018: Circa 1.218 decessi, con una maggiore incidenza nelle piccole imprese.
- 2019: Un leggero aumento rispetto all’anno precedente, con 1.268 decessi.
- 2020: Un picco dovuto alla pandemia, con molti decessi attribuiti al COVID-19 contratto sul luogo di lavoro.
- 2021: Un calo significativo, con 1.221 morti totali, di cui una parte ancora legata al COVID-19.
- 2022: Ulteriore riduzione, con 1.089 infortuni mortali riportati. (Inail.it) (YouTrend –).
Abbiamo dei dato sul comparto costruzioni, scorporato dall’industria?
Negli ultimi cinque anni, il settore delle costruzioni in Italia ha mostrato un andamento significativo in termini di infortuni sul lavoro, con un’attenzione particolare agli infortuni mortali.
- Numero di Infortuni:
- Nel 2022, sono stati denunciati circa 40.000 infortuni nel settore delle costruzioni, con un incremento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è in linea con l’incremento dell’occupazione nel settore, sostenuto dagli incentivi statali e dallo sblocco dei cantieri (BibLus).
- Cause degli Infortuni Mortali:
- Le cadute dall’alto sono tra le cause più frequenti degli infortuni gravi e mortali, seguite da contatti con agenti materiali pericolosi e sforzi fisici eccessivi (BibLus).
- Profilo degli Infortunati:
- La maggior parte degli infortunati sono uomini (97%), e un quarto degli infortuni coinvolge lavoratori stranieri, i quali spesso hanno un rischio più elevato a causa di una formazione sulla sicurezza inadeguata e barriere linguistiche (Vega Engineering).
- Distribuzione Geografica e Demografica:
- Le regioni italiane con l’incidenza più alta di infortuni mortali includono Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Calabria, mentre le regioni con incidenza più bassa sono Lazio, Toscana e Valle d’Aosta (Vega Engineering).
- I lavoratori più anziani (sopra i 65 anni) e i giovani (15-24 anni) sono le fasce d’età più a rischio di infortuni mortali. Gli stranieri presentano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani (Vega Engineering).
- Misure di Prevenzione:
- Innovazioni tecnologiche e metodologiche, come la gestione dei “near miss” e la piattaforma “Condivido” dell’INAIL, sono state implementate per migliorare le pratiche di prevenzione e ridurre gli infortuni nei cantieri (BibLus).
Negli ultimi cinque anni, i decessi sul lavoro legati all’uso di automezzi (esclusi gli incidenti in itinere) mostrano un trend significativo.
Secondo l’INAIL, nel 2023 ci sono stati 1.041 infortuni mortali sul lavoro, con una parte rilevante attribuibile agli incidenti stradali durante l’uso di automezzi aziendali (Sky TG24) (puntosicuro).
Il settore dei trasporti e magazzinaggio ha visto una lieve diminuzione dei decessi nel 2022 rispetto all’anno precedente(Sky TG24).

Incidenti Mortali Stradali sul Lavoro:
I dati di Vega Engineering evidenziano che gli incidenti stradali rappresentano una significativa causa di infortuni mortali sul lavoro. Gli automezzi utilizzati per attività lavorative, esclusi i tragitti casa-lavoro, sono spesso coinvolti in questi incidenti (Vega Engineering).
Il rapporto annuale dell’INAIL del 2022 conferma che un numero consistente di incidenti mortali è legato all’uso di automezzi durante le attività lavorative, contribuendo notevolmente al totale dei decessi registrati (puntosicuro).
Cosa non ricade nelle statistiche INAIL?
Ci sono alcune categorie di eventi e situazioni che non rientrano nelle statistiche dell’INAIL:
Infortuni non denunciati: Qualsiasi infortunio sul lavoro che non viene denunciato all’INAIL non sarà incluso nelle loro statistiche. La mancata denuncia può avvenire per vari motivi, inclusi errori amministrativi o omissioni volontarie.
Infortuni fuori dall’ambito lavorativo: Gli incidenti che avvengono fuori dall’orario di lavoro o al di fuori del luogo di lavoro non sono registrati dall’INAIL. Questo include infortuni domestici, incidenti stradali che non sono in itinere (cioè non avvengono nel percorso tra casa e lavoro), e infortuni durante attività ricreative o sportive non collegate al lavoro.
Malattie non riconosciute come professionali: Alcune malattie possono essere causate dall’attività lavorativa ma non riconosciute ufficialmente come malattie professionali dall’INAIL. In questi casi, le malattie non saranno incluse nelle statistiche.
Lavoratori non coperti da assicurazione INAIL: Alcune categorie di lavoratori potrebbero non essere coperte dall’assicurazione INAIL per vari motivi, come per esempio lavoratori autonomi senza un’assicurazione specifica o persone che lavorano in nero. Gli incidenti che coinvolgono questi lavoratori non saranno inclusi nelle statistiche.
Eventi non correlati direttamente al lavoro: Infortuni o malattie che non sono direttamente correlati all’attività lavorativa, anche se avvengono sul luogo di lavoro, potrebbero non essere inclusi. Ad esempio, un lavoratore che subisce un infortunio mentre svolge attività personali o non lavorative durante l’orario di lavoro potrebbe non essere incluso nelle statistiche.
Queste esclusioni possono influenzare la comprensione complessiva della sicurezza sul lavoro e dell’impatto delle malattie professionali, poiché le statistiche INAIL non rappresentano necessariamente la totalità degli incidenti e delle malattie legate al lavoro in Italia.